Storie e leggende di casa nostra

PADRE PIPPO È FRA NOI!

 

Correva l'anno del Signore 2007. In un assolato pomeriggio di fine aprile, un baldo gruppo di agnostici ciclisti, dai 30 ai 73 anni, si apprestava a violare un vergine tesserino color arancio.
L'ardore nell'affrontare l'impresa era tale che i nostri piegavano i loro destrieri di carbonio sul rovente nastro di asfalto come fossero parte del loro stesso corpo consacrata alla suprema gloria e al perpetuo sberleffo degli altri che non c'erano.
Fatica e sudore erano poca cosa di fronte a ciò che li aspettava.
Tutto procedeva con il favore degli dei.
Quand'ecco, giunti a una fonte di acqua leviatica, apparire sul loro cammino uno strano personaggio vestito di grigio.
— Salve o baldi eroi!
— Salve messere!
— Vedo che volgete il vostro spirito alla fonte della gloria.
— Sì, in attesa che giunga anche il nostro amato padre.
— È proprio lui che sto aspettando.
— Eccolo!
— Caro figliolo, ti aspettavo!


— Propi mì?!?
— Non sei tu Pippo da Messina, trapiantato in quel di Casale?!?
— Süm propi mì...
Quel che si dissero i due non è dato a sapere. Il confabulare fu breve, ma intenso. E una strana luce iniziò a irrorare il volto del nostro ciclista siculo-riccianese.

 

— Vai, vai figliolo, il Signore è con te!
Dopo un sorso di nettare degli dei per rinsaldare le fibbre del loro corpo atletico, i nostri ripresero a cavalcare verso la loro meta.
Nulla, in apparenza, sembrava mutato.
Nulla, neppure quando il baldo Pippo iniziò a portarsi nelle prime file del gruppo.
— Tutto nella norma: il nonno oggi si sente in forma.


— Ma che fa?!? Dove va?!?
Ai nostri non sembrava vero ciò che vedevano i loro occhi: un ciclista ultrasettantenne lanciato a oltre 20 km/h lungo i tornanti che portavano al luogo tanto ambito.
Una cosa che aveva dell'incredibile; con strani segni che dovevano essere già indicatori di un evento straordinario... un merlo passò tra il 35° e il 36° raggio della ruota anteriore, come un fantasma tra una parete e l'altra di un castello.
Una curva, un'altra e il nostro all'improvviso scomparve alla vista dei suoi compagni e compagna di avventura.
Che cosa avvenne nessuno di preciso lo sà. L'unica testimonianza di quel che successe nel volgere di qualche istante, prima che il nostro riapparisse come d'incanto sull'infuocata strada, è data dall'immagine seguente, apparsa come d'incanto nelle sequenze delle altre foto scattate in quella occasione.

Ecco che cosa avvenne!
Nel volgere di un battito d'ali (quelle del merlo premonitore), lungo due tornanti della Sovazza-Coiromonte, è avvenuta la glorificazione eterna di cavalier Pippo da Ricciano, per opera dello Spirito Santo (quello che secondo i credenti è il capoccia di tutti gli dei).

A questa nostra storia potete credere o non credere. Noi l'abbiamo vissuta e ancora adesso la riviviamo momento per momento, cercando di capire esattamente che cosa sia avvenuto. Noi... generazioni degli anni cinquanta, sessanta e settanta... mentre lui, Gilberto, di qualche anno più esperto di noi, la risposta se la porta già stretta nella mente e SUL CUORE...

 

 

 

 

 

 

 

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