Sabato 31 marzo
Come in un film mai girato
Un'uscita tranquilla... mi raccomando! Sì, sì...
che domani ci toccano altri 100 km... chi alla Bassa, chi nella prima
agonistica della stagione.
Storie (nel senso di frottole)!!!
Si comincia con il Montorfano, senza nemmeno il riscaldamento della
piana del Toce... tanto siamo sui 28°/29°. E il caldo si fa
sentire, eccome! Via anche la maglia estiva, solo con la maglietta
traforata; inutile, si suda come in piena estate. Quaranta/quarantacinque
minuti e si è in cima. Il tempo di rifiatare e di guardarsi
intorno e poi giù... chi a rotta di ruota, chi a dischi roventi.
Succede infatti che il più scalmanato, il mancato neo-regista
(videocamera che ha ripreso l'azzurro del cielo anziché i compagni
di fatiche), il mentore di noi biker targati BCO, prima affloscia
su qualche boccione la ruota posteriore, poi si mette a inquinare
l'ambiente con un agente schiumogeno che dovrebbe tappare la falla
apertasi nel copertone. In effetti alla fine qualche cosa si ottiene
e il nostro riesce ad arrivare in fondo. Una volta deviato per la
discesa più ripida, il quintetto si divide: due da una parte
(quella più soft) e tre dall'altra (quella più hard),
con l'accordo di trovarsi nei pressi del distributore delle bombole
del gas prima di Mergozzo. Nella discesa hard da segnalare una caduta
da principiante (certe cose lasciatele fare al sottoscritto!) del
più esperto, fortunatamente senza nessuna conseguenza (almeno,
a botta calda). Una volta giunti sulla Provinciale il solito problema
del ricongiungimento: invece del gas le due avanguardie hanno preso
per la prima fontanella. Così in giro per dieci minuti a cercarsi.
Scartata l'ipotesi della Cava del Duomo, ci si è diretti verso
il sentiero Cadorna passando per il laghetto delle Rose. Dopo una
piccola sosta per salutare gli amici rocciatori, il quintetto ha così
raggiunto il sentiero prefissato. Obiettivo: arrivare in cima senza
mettere giù i piedi. Di fatto il solo Gianca ce l'ha fatta,
anche se chi scrive ci è arrivato vicinissimo: un maledetto
boccione ha fatto perdere aderenza la ruota posteriore con conseguente
sganciamento e piede destro a terra. In passato questo avrebbe comportato
un pezzo a piedi, ma così non è stato: riagganciato
l'attacco, il neofita biker ultracinquantenne è riuscito a
proseguire l'ascesa senza fare un passo a piedi.
Giunti alla fontana abbastanza esausti, si sono prese due direzioni
diverse per la discesa: chi verso il Santuario per la discesa più
tranquilla, chi di nuovo giù per la Cadorna per la discesa
tecnicamente più difficile.
A nulla sono servite certe invocazioni (“Non lasciatemi troppo
indietro che se burli par téra a'n végh nisùn"),
i due downilisti del gruppo sono andati giù a palla. Peccato
solo che negli ultimi tre tornanti il mentore biammortizzato, cineoperatore
mancato, ha letteralmente stroncato il suo cavallino a due ruote:
copertone floscio del tutto, cerchione un poco storto, forcellina
completamente strabica. Il tutto convinto di averla in garanzia. Ma
m' sà che la diventarà una garanzia un po' custusa...
vigaruma!
Fortuna (o previdenza) vuole che il végio della situazione
aveva con sé la insostituibile, l'ineguagliabile, la cara e
tradizionale camera d'aria... quella cosina che si mette fra cerchione
e copertone, che si gonfia quanto basta e che ti fa arrivare a casina
tua in bici e non a piedi.
Dal Montorfano e dal sentiero Cadorna
Info BCO
Il pennuto è di nuovo fra noi
È con vera gioia che segnaliamo il ritorno in
sede del nostro GF, scampato al trancio della safena. Abbiamo così
ascoltato dal diretto protagonista l'episodio che poteva costargli
molto caro. Grazie alla sua prontezza di spirito e al pronto intervento
delle persone e mezzi all'uopo predisposti (NdR Vorrei che qualche
“tecnico” o “politico” dal taglio facile sui
servizi sanitari – compreso l'elisoccorso che si vorrebbe unico
per tutto l'alto Piemonte – provasse sulla sua pelle l'avere
o non avere questo tipo di assistenza), il nostro ora la può
raccontare tranquillamente, ma poteva anche non andare così.
Ora, oltre alla trentina di punti che aspetta di togliere, il Polli
conta solo i giorni che lo separano dal rientro in bici... pronto
a riscommettere sulle sue fantasiose imprese ciclistiche.
Visto il pericolo che ha corso, non ci resta che incoraggiarlo e fargli
credere che l'Omegna-Quaggione sotto i 50' è più che
alla sua portata... è una quisquillia!
A proposito di Quaggione... fatti sparire due
cartelli
Sì, lo so che la mamma degli imbecilli è
sempre in cinta. Quel che non mi va giù è che sicuramente
qualcuno conosce gli autori, ma fa come le tre scimmiette: non vede,
non sente, non parla.
A che cosa mi riferisco? Ai due cartelli (1 km e 500 m) che sei o
sette anni fa (se non di più) abbiamo collocato lungo la strada
Gattugno-Alpe Quaggione, in occasione dell'omonima gara che da tanti
anni organizziamo, e che da qualche giorno faranno (presumibilmente)
da ambito trofeo in casa di qualche cretino di turno.
Dato che non siamo né nel Casertano né nella Locride,
mi auguro che qualcuno si faccia vivo e ci faccia sapere chi è
stato.
Ciò che amareggia non è tanto il furto di due cartelli
cartelli (che si sostituiscono facilmente), quanto il fatto che questo
non-rispetto, questo prendere per i fondelli, finisce per svilire
ogni impegno verso il proprio territorio. Impegno fatto di piccole
cose, come un cartello, come un timbro de Le salite del VCO presso
un Circolo (NdR Rifiutato da quelli di Gattugno perché “dà
madumà fastidi... e poi tuca tirà fora anca sold!”:
parole dell'illustre presidente di turno)... illudendosi che noi montagnini
continuiamo ad avere scarpe grosse e cervello fino... ma nìì
in giù che voll piova!
Programma BCO 2012
Scaricabile in formato pdf dall'apposita finestra.
PS Farlo è costato è poco (l'impegno di poche persone).
Rispettarlo, un po' di più... sempre che continui ad esistere
un certo spirito di gruppo.
Una mano per il Dragon Triathlon 3
Faccio appello a tutti i soci e le socie a dare una mano
nell'allestimento del Dragon Triathlon 3 in programma a Casale Corte
Cerro domenica 15 aprile. Si tratta in primis di pulire e tracciare
il percorso di mtb, quindi di fare un sopralluogo lungo i percorsi della
bici e a piedi. Quando?!? Fra questa e la prossima settimana. La domenica
15 c'è da presidiare oltre una quarantina di punti critici dei
vari percorsi: più persone abbiamo e maggiore garanzia riusciremo
dare ai concorrenti. Grazie in anticipo!
prossimi
appuntamenti |
Sabato 31 marzo |
13,30 |
Chi in bici chi in mtb |
Domenica 1 aprile |
8,00 |
Giro per la Bassa |
Domenica 25 marzo
Centovalli marzolina
C'è sempre una prima volta. Così è
stato per la Centovalli, classica di inizio luglio, fatta verso fine
marzo.
Diciamo subito che è andata bene, oltre ogni più rosea
previsione. Temperatura fra i 7° e i 22°, un po' di traffico
sino a Locarno (contati circa una ventina di pullman tedeschi... e mi
sa che andando avanti ne vedremo sempre di più!), poi strade
tutte per noi.
Solito pit stop in quel di Brissago e poi verifica chilometraggio in
quel di Locarno: 49 km esatti dalla piazza dell'asilo di Gravellona
Toce.
Giunti a Locarno si è optato per la vecchia direttissima di Intragna,
decisamente più “selvatica” in mezzo al bosco, con
i tornanti sotto la piccola località elvetica che presentano
una punta max del 18%, superata senza grandi patemi, sino a sbucare
nel solito punto di attacco delle due rampette finali del percorso tradizionale.
Tolto questo dente il resto è stato davvero una passeggiata,
che ci siamo goduta guardandoci un po' in giro.
A Re pensavamo di fare colazione al solito bistrot (sic!) del Santuario,
ma l'éra sarà! Da qui la decisione di fare sosta a Malesco.
Nella località vigezzina l'idea del cappuccino si è subito
trasformata in un paninazzo con coca o panache. Dopo di che si è
affrontata l'ultima ora e mezza di pedalata, resa agevole da un vento
favorevole da Masera a Vogogna. Altra musica invece da qui sino a Ornavasso
con parecchia fatica a rimanere sui 30 orari. Giunti a Urna Vasch il
quartetto è diventato un trio per l'arrivo a casa di Adriano,
che non ha mai mollato un metro pur avendo pochi km di allenamento nelle
gambe.
Alla fine da casa a casa 4 ore e 38 minuti per 132,5 km. Non male, soprattutto
perché non particolarmente stanchi, il che è già
un bel traguardo.
Alle spalle l'Intragna ticinese.
Notizie dagli
altri fronti
Una decina i soci al
ritrovo delle ore 9 con destinazione Arona e Alto Vergante.
Qualcuno in verità pare che abbia anticipato di un quarto d'ora
l'appuntamento, giusto per non incontrare gli altri ed evitare di
rimanere indietro (sic!). Mentre qualcun altro ha rinunciato ad affrontare
la salitella di Montrigiasco in attesa di gambe migliori.
Ritornando all'equipe Nove Colli c'è da registrare un'ulteriore
defaiance del nostro ungulato di media montagna; notizie del venerdì
sera lo davano per ammalato. Sabato non lo si è visto e per
domenica aveva già annunciato la sua assenza per altri impegni.
Sentiremo se c'è stato di mezzo il veterinario oppure una delle
sue performance culinarie.
Sabato 24 marzo
A volte bisogna saper rinunciare
Gambe pesanti, postumi del Mottarone di mercoledì
che ha lasciato il segno sia sopra (vedi occhio e orecchio del Fabrizio)
sia sotto (gambe e fiato di entrambi). Ad ogni modo sino a Camasca
siamo arrivati anche questa volta, pur dovendo poi rinunciato a proseguire
per l'Alpe Sacchi, meta raggiunta dagli altri due compagni di salita
(Alberto e Gianca). In compenso si è tenuto compagnia per un
breve tratto a un neo pseudo-biker che di nome fa Claude (alla francese).
La rinuncia è stata dettata, oltre che dalla fatica, dal programma
del giorno dopo: un'uscita di oltre 130 km.
Comunque sia la discesa su Quarna diventa ogni volta più bella,
questo grazie alla maggior sicurezza acquisita e a una tecnica discesistica
migliorata (ooh, sempre nel limite di non rischiare oltre misura).
Tre biker e... un ibrido
Info BCO
Notizie dal Pronto Soccorso
Lo abbiamo saputo solo qualche giorno dopo: l'altra
settimana non sono stati solo Superpippo e il Berta a far visita in
ambulanza a Pronto Soccorsi e Ospedali; qualcuno, addirittura, ha
fatto ricorso all'elisoccorso. Su quello che è avvenuto ci
sarebbe davvero poco da scherzare; ce lo permettiamo ora che tutto
si è risolto per il meglio.
Ma andiamo al resoconto del brutto incidente che poteva costare parecchio
ad un nostro emerito socio il cui nome evoca subito clamori d'aia.
L'ex bomber delle categorie dilettanti degli anni Settanta quasi si
trancia la safena con una mola sfuggitagli di mano come una bìsa.
Momenti drammatici risoltisi positivamente grazie all'interforze mobilitatasi
nell'occasione: pronto intervento del 118, carabinieri, custode dello
stadio Liberazione, elisoccorso con ricovero presso l'ospedale Maggiore
di Novara. Che cosa c'entra il custode del Liberazione, vi chiederete.
C'entra, c'entra! C'è stato bisogno di lui per aprire il cancello
e lasciare che l'ambulanza portasse il nostro GF sino all'elicottero
fatto atterrare in mezzo al campo. Del resto avendo a che fare con
un ex bomber, quale terreno migliore per salvarlo se non quello di
un campo di calcio!?!
A pericolo scampato non resta che augurare al nostro una pronta guarigione:
dài, Pulàstar, che la bici ti aspetta... lei e i tuoi
due amici dalle spalle cagionevoli.
Nonni in convalescenza
I due supernonni si stanno riprendendo bene. Uno, il
più stagionato, sta già contando i giorni per la ripresa
in sella; il secondo, per la verità, al momento è ancora
in fase depressiva (“Penso che non salirò più
in sella!” Ma chi ci crede!?!), intento a trovare il capro espiatorio
di quel che è accaduto, ma sta già facendo progressi
nel rimarginare ferite e fratture. La faccia sta lentamente tornando
quella di prima; dà ancora un po' sul limoncino e l'oliva,
ma s'incomincia già a vedere un po' di rosa.
Tempo un paio di mesi e li vedremo entrambi di nuovo fra di noi...
scommettiamo!?!
Andrea “Champion 2011”
Il rappresentante del Bici Club Omegna, Andrea Rizzi,
con la sua tosa alla premiazione di Lunedì 19 marzo presso il
Forum di omegna.
prossimi
appuntamenti |
Lunedì 19 marzo |
20,30 |
Forum di Omegna. Il Comune premia lo sport |
Sabato 24 marzo |
13,30 |
Chi in bici chi in mtb |
Domenica 25 marzo |
8,00 |
Per chi si prepara alla Nove Colli |
9,00 |
Per gli altri |
Lunedì 19 marzo • Forum P. Maulini
a OMEGNA
Premiazione del nostro portacolori Andrea Rizzi
Appuntamento al Forum Pasquale Maulini di Omegna dalle
ore 20,30 per la Premiazione dello Sport, che vede quest'anno Andrea
Rizzi quale atleta più meritevole del Bici Club Omegna per l'anno
sportivo 2011.
Vediamo di esserci e di non fargli mancare il nostro più caloroso
applauso.
Sabato 17 marzo
Aspettando la pioggia
I gufi più gufi si auguravano che la pioggia
iniziasse già da sabato. Invece non è andata così...
ttié!
Dopo forse più di un anno il gruppo mtb si è reincontrato
con quelli della specialissima optando per un'uscita comune all'insegna
del “tiriamo un po' il fiato e facciamo girare le gambe in compagnia”.
Il drappello presente all'appuntamento delle 13,30 era sparuto (no,
non “sparito”, quello semmai lo erano i quelli che se
ne sono stati a casa timorosi nei confronti di un cielo leggermente
grigio), ma di quelli dal pedale leggero, che non si spaventano se
l'uscita prevede un po' di salita. Oohh, nulla di trascendentale:
Biganzolo, Antoliva, Ghiffa, Barbé, Oggebbio, Casale e Montebuglio
(quest'ultimo solo per l'ultimo reduce a cui non interessava più
di tanto della Milano-San Remo... e neppure di vedere il gruppetto
di neo-pensionati e di due aspiranti tali targati BCO fra le migliaia
di spettatori in terra ligure), alla piacevole media di 28 km orari.
Martedì 13 marzo
Un drammatico incidente
Occhio che quest'anno è iniziato nel peggiore
dei modi! Troppi incidenti in questi primi tre mesi.
L'ultimo, con gravi conseguenze, è successo martedì
scorso nei pressi del Ristorante Sant'Antonio di Orta. Vittime due
nomi illustri del nostro sodalizio: il Berta e il Pippo.
Circa la dinamica, ci avvaliamo della riservatezza per non rilevare
alcunché. Se proprio volete sapere come è andata venite
in sede venerdì prossimo.
Invece per quanto riguarda i postumi, possiamo dire che Superpippo
ha riportato una frattura alla scapola sx e un paio di ematomi qua
e là: prognosi 30 giorni + riabilitazione, il che significa
che quest'anno le salite del VCO le inizierà un po' più
tardi. Diverso il discorso per il Berta: trauma facciale e frattura
della clavicola + lividi (si suppone) un po' ovunque; prognosi: 40
giorni + riabilitazione. Sentito telefonicamente venerdì sera
all'ospedale di Novara ha così risposto: «Aah, ma io
sto bene! La spalla non mi fa male; l'intervento vicino all'occhio
è andato bene. Domani mi dimettono.»
Resta lo spavento enorme preso dagli stessi interessati, da chi era
con loro, da chi li ha soccorsi, dai familiari, da noi amici e da
tutti coloro che li conoscono. Guardando il bicchiere mezzo pieno,
diciamo che poteva finire decisamente peggio di come è andata.
Guardando l'altra metà, diciamo che a volte ce le andiamo proprio
a cercare. Per cui, prima che ci scappi la tragedia, forse è
bene che si ritorni su questi fatti, non tanto per criticare o fare
la morale (di grilli parlanti quando si tratta degli altri è
pieno il mondo), ma per riflettere e trovare tutti assieme un modo
migliore (e più sicuro per tutti) di pedalare sulle strade.
Superpippo e il Berta in una foto di qualche anno
fa (esattamente cena sociale del 1999).
A loro va il nostro più sentito augurio di una pronta guarigione.
prossimi
appuntamenti |
Sabato 17 marzo |
13,30 |
Chi in bici chi in mtb |
Domenica 18 marzo |
8,00 |
Per chi si prepara alla Nove Colli |
9,00 |
Per gli altri |
Domenica 11 marzo
La prima volta della Cannobina
ai primi di marzo
La Svizzera dava soleggiato con una temperatura fra i
5° e i 17°. Problema: come vestirsi? Maglia di mezza stagione,
anti-vento, calzoncini, gambali, copriscarpe e... guanti estivi!
Sta di fatto che la temperatura alla partenza era di 4°, per arrivare
al minimo di 3° nel tratto prima e dopo il bivio per Gurro. Unica
consolazione che di tarlocchi con i guantini si era in due e che una
volta arrivati a Finero la temperatura non è più scesa
sotto i 9°, raggiungendo anche i 15° all'arrivo a casa.
In merito all'uscita, diciamo che siamo arrivati a casa belli soddisfatti:
vuoi per la bella giornata, vuoi per l'ottimo ristoro a Ca du preu (un
salamino di capra da leccarsi i baffi!), vuoi per l'andatura andante,
ma senza strafare. Anche se, per dirla tutta fino in fondo, un certo
amico delle donne Omsa (in lotta da mesi per la chiusura del loro stabilimento),
con tanto di collant che metteva in risalto un collo-piede villoso e
infreddolito, ha fatto di tutto per farci “sbiellare”, forte
del fatto che la sua fatica finiva in quel di Santa Maria Maggiore,
dov'era ad attenderlo la famiglia. Ma come solitamente succede si fa
i conti senza l'oste: il tipo deve solo dire grazie che il suo compagno
di fuga ha ancora delle remore sul come atteggiarsi in certe situazioni,
nel senso che guardandolo in faccia si rendeva conto che lo poteva staccare
quando voleva, ma aveva “gena” che questo la prendesse male
e se ne risentisse, onderagionpercui lo ha aspettato, anticipando il
resto del gruppo di un paio di minuti.
L'uomo Omsa, una volta arrivato, si è messo a fare anche il teatrino,
di quello che stava male e tirava su di stomaco. Ma nessuno ha abboccato
all'amo. Di stomaco, sììì... dovevate vederlo dieci
minuti dopo davanti all'affettato che ci siamo divorati in un amen (tanto
per rimanere in tema): altro che roba che veniva su! era una massa enorme
che andava giù in quel pozzo (nero) senza fondo!!!
Lasciati la Ca du preu si è risaliti sino a Pian del Sale e poi
ancora su al sino cippo in memoria del Pirata. Immancabile foto, rimesso
addosso tutto ciò che si aveva, si è fiondati su Malesco
immersi in un paesaggio tutto innevato, almeno per i primi 500 m di
discesa.
Una volta giunti nel capoluogo vigezzino e salutato l'amico collant,
abbiamo lasciato la Valle Vigezzo abbandonandoci lungo una discesa che
ora, con tutti i lavori di sistemazione fatti, è diventata ancora
più bella di prima.
Da Masera a casa la fatica si è fatta sentire, ma per fortuna
il vento (si fa per dire) ci è stato amico e dunque non abbiamo
sofferto più di tanto, con un'andatura sempre superiore ai trenta
km orari. Nei pressi del ponte sul Toce di Migiandone abbiamo anche
incrociato il Cesarone con altri due del suo team personale; il tempo
di un fugace saluto e poi via come saette (si fa sempre per dire) verso
casa... stanchi, ma molto soddisfatti della bella mattinata pedalatoria.
L'allegra brigata al desco di Finero.
Sabato 10 marzo: MTB
Forse è meglio darsi una regolata...
Própi cüma i bócia: su e giù
per tre ore, con salite e discese mozzafiato, divertendoti come un matto,
ma arrivi alla fine che sei distrutto. Se poi hai anche l'intenzione
il giorno dopo di farti la Cannobina e arrivare a casa con oltre 110
km, bbhé a qualche cosa devi pur rinunciare per non arrivare
cotto all'appuntamento di fine maggio. Ci penseremo...
Tornando a sabato scorso, quella che doveva essere un'uscita non troppo
impegnativa si è dimostrata un'uscita spremi gambe e fiato come
non accadeva da tempo. Tutto in un fazzoletto di montagna a est del
lago d'Orta, fra Borca e Pettenasco.
Ma andiamo con ordine. In primis diciamo che abbiamo trovato il sentiero
che collega Borca a Crabbia rimesso a nuovo; di questo presumo si debba
ringraziare gli amici del CAI (dato che abbiamo visto il segnale dell'alta
via riverniciato di fresco). Anche nel caso fossero altri gli autori,
non vorrei limitarmi a ringraziare, ma a dare la disponibilità
a esserci la prossima volta che si mette in campo un'iniziativa di pulitura
o altro. Passate parola!
Giunti a Crabbia, invece di salire per la solita strada si è
pensato bene di andare sino a Pratolungo e salire al Barro da lì.
Quanto mai!
Dalla solita strada si sà già che a un certo punto scendi
e spingi, qui, dato che il fondo è decisamente messo bene, quando
ti trovi davanti a dei muri non puoi trovare scuse: metti il rapporto
più agile che hai e vai in cima. In quali condizioni si arriva
è facile immaginarselo... non hai nemmeno il fiato per rispondere
subito al saluto degli amici dell'Iride impegnati con le loro giovani
leve lungo un sentiero, presumo, più abbordabile del nostro.
Comunque sia in cima al Barro siamo arrivati; pausa di 5 minuti e poi
di nuovo giù su Pratolungo per poi risalire lungo un altro versante
sino ad Armeno. Anche qui: sentiero nuovo e fatica spacca gambe. Un
po' pedalando e un po' a piedi ad Armeno siamo arrivati, per poi ridiscendere
per una altro sterrato a Pettenasco e quindi ritorno a casa per il sentiero
dell'andata.
Una quarantina di km con non so quanti centinaio di metri di dislivello
complessivi... manco fossimo andati a scalare qualche 2000!
Nota finale: come è possibile che su 4 mtb una sola non presentava
quasi traccia di fango?!? A voi formulare l'ipotesi più vicina
alla realtà.
Arrivo
e sosta all'alpe Verminasca
Due appuntamenti:
uno vicino e uno più lontano
Lunedì 19 marzo,
dalle ore 20,30 al Forum di Omegna premiazione dell'atleta dell'anno.
Per il Bici Club Omegna verrà premiato Andrea Rizzi.
Venerdì 29 giugno all'arena di Verbania,
nell'ambito della rassegna “Litteraltura”, spettacolo sul
tema della bicicletta. Siamo chiamati, con la forza delle nostre gambe,
a fornire l'energia allo spettacolo stesso: 100 rulli su cui posare
le nostre bici, pedalare per un'ora e mezza e fornire così l'energia
sufficiente per luci, microfoni e quant'altro necessita di energia elettrica
per funzionare. Chi è interessato si faccia avanti; dalla riunione
di venerdì abbiamo già raccolto i primi nomi.
prossimi
appuntamenti |
Sabato 10 marzo |
13,30 |
Chi in bici chi in mtb |
Domenica 11 marzo |
8,00 |
Per chi si prepara alla Nove Colli |
9,00 |
Per gli altri |
Domenica 4 marzo
C'è modo e modo di allenarsi...
Non so quanti si siano trovati all'appuntamento delle
nove, viste le condizioni climatiche: un po' nuvoloso, temperatura sui
10°, asfalto un po' bagnato... insomma quel clima un po' così
che fa girare dall'altra parte parecchia gente. In particolare qualcuno
che magari qualche giorno prima ha fatto il geometra nei pressi di un
semaforo, che d'ora in poi battezzeremo “dei CC”.
Tornando a noi, l'idea maturata venerdì in riunione è
stata quella di provare a intensificare la preparazione in vista della
Nove Colli; per questo si è deciso di anticipare di un'ora la
nostra uscita.
Dei sei però ci siamo ritrovati in tre. Infatti abbiamo dovuto
fare i conti con chi aveva altri impegni e chi invece sta seguendo un
suo metodo personale di preparazione.
Qual è questo metodo?
Siete ben curiosi... è quello vecchio del “mangià
e beva e, se poi gò tëmp, pedali”.
Del resto, per chi ha già messo in programma di fare la Nove
Colli non mancando nemmeno uno della dozzina di punti di ristoro lungo
il percorso, forse, è giusto anche questo tipo di preparazione.
Staremo a vedere!
Noi, che qualche sacrificio di gola sappiamo affrontarlo, abbiamo optato
per un percorso un po' vario: Fondotoce, Baveno, Levo, Mottarone, Gozzano,
San Maurizio, Omegna. Un'ottantina di chilometri con, alla fine, un
po' di pauta sulla bici e addosso, ma, quel che importa, la soddisfazione
di aver fatto una bella uscita, senza patire troppo freddo (c'erano
8° in cima al Mottarone) e neppure mal di gambe. Stanchi sì
(visto l'antipasto del giorno prima), ma contenti, soprattutto nei confronti
di certi gufi che si auguravano piovesse per mandare all'aria questa
importante uscita di preparazione.
No! Avete capito male: non è che per allenarci
ci siamo dati allo sci.
Semplicemente, siamo andati a provare gambe e fiato in altitudine.
Sabato 3 marzo: MTB
Esploratori del “turna indré”
L'intento era quello di passare per l'alpe Verminasca,
risalire al Disiöl ad Curtän, prendere per le Tre Montagnette,
sbucare a Coiro e prendere per il sentiero di “pùrscëi”...
invece ci siamo messi a fare gli esploratori: «Chissa dove porta
quella strada?!? Ma sì, andiamo a vedere... al massimo si torna
indietro!». La prima volta siamo arrivati al bivio per i Tre Alberi,
Alpe Barba, Omegna, Mottarone e, salvo mettere gli scarponi, non c'era
verso di proseguire, La seconda volta siamo arrivati a un “basìn”
(piccola diga con annessa presa per l'acquedotto) e anche qui siamo
stati obbligati a ritornare sulle nostre tracce. La terza quasi perdavamo
il nostro Cravìn: nel bel mezzo del bosco, noi a sx e lui a dx.
La quarta: «Ma nooo! Non facciamo la stessa strada; prendiamo
per quest'altra che ho fatto in salita qualche tempo fa.» Peccato
che a volte la memoria non venga rinvigorita dagli appositi neuroni
e così si finisce per perdere altri quindici minuti per cercare
di venirne fuori.
Fatto sta che all'alpe Verminasca ci siamo arrivati, ma erano già
le quattro e qualcuno nel frattempo era stato allertato per una consegna
di fragole urgente. Onderagionpercui giù a rotta di collo non
appena si è usciti dal cul di sacco della nuova discesa.
Alla fine il contachilometri segnava una quarantina di chilometri, con
dentro strappi che solo qualche mese fa ci vedevano soccombere e che
ora invece (almeno sino a quando il fiato regge) riusciamo a passare
senza grossi patemi. Peccato solo che questa passione non sia sbocciata
vent'anni fa... allora sì che ci sarebbe stato da divertirsi
alla grande! Comunque non possiamo lamentarci: vicini, più o
meno tutti, al mezzo secolo di vita, fare ancora certe cose divertendosi
come dei bocia non è da tutti.
Arrivo
e sosta all'alpe Verminasca
prossimi
appuntamenti |
Sabato 3 marzo |
13,30 |
Chi in bici chi in mtb |
Domenica 4 marzo |
9,00 |
Verso la Bassa... tempo permettendo! |
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